Musica, Teatro e Arte per lo sviluppo sostenibile
Medorini Fondatore del movimento pittorico culturale “Nautismo” - Ideatore della rivoluzione concettuale “Nuovo Risorgimento”.
Medorini nasce a Lipari (Isole Eolie) ed esordisce a soli 19 anni, nel 1974 con una mostra personale presso il Palazzo dei Priori di Perugia. Incoraggiato dal riscontro di pubblico e critica, partecipa alle rassegne artistiche internazionali a Città della Pieve e Spoleto, e partecipa a collettive con artisti umbri quali Bacosi, Orfei, Dottori etc..., esponendo in permanenza alla galleria “Il Cenacolo” di Perugia.
Nel 2012, cercando un linguaggio personale che lo rappresenti in maniera univoca e originale, Medorini dà vita al movimento pittorico denominato “Nautismo”, basato su elementi “Nauti” che rappresentano le particelle razionali del pensiero umano. Il Nautismo viene presentato al Festival Art Expo di Spoleto, diretto dal Prof. Giammarco Puntelli.
Il Prof D'Atanasio scriverà di lui: “...Medorini è meticoloso nella preparazione del supporto per le sue idee filosofico/estetico. Egli stabilisce un mirabile equilibrio tra forme geometriche in rilievo e figure antropomorfe.
Il suo interesse si concentra sulla mitologia greca, che ha riverbero con l'isola di Lipari in Sicilia dove è nato, al fine di esaltare la spiritualità dell'arte classica in una nuova chiave contemporanea, in modo da arrivare a una sintesi totale dell'arte da quella antica ad oggi, che gli permette di esprimere pienamente la propria dimensione pittorica...” Nel 2014 la Provincia di Perugia consente a Medorini la mostra antologica “Perugia 1974 – 2014” nella Loggia di Ponente del Palazzo della Provincia, ulteriore occasione per relazionare al pubblico, ai giornalisti e ai critici intervenuti il nuovo movimento artistico. Una serie di opere dedicate al trascendentale, esposte nella chiesa S. Maria della Manna d’Oro a Spoleto decreteranno il successo che lo porterà nel 2015 alla mostra L’Arte e Il Tempo, official event di EXPO IN CITTA’ ed ancora sempre a Milano in EXPO 2015 in mostra nel padiglione “Cacao e Cioccolato” (cibo degli dei), quindi a Palazzo Zenobio una delle sedi della Biennale di Venezia.
Dal 2016 al 2018 fra le tante sue mostre si citano le mostre personali in sedi museali quali Palazzo Trinci a Foligno, Palazzo Visconti a Brignano Gera D’Adda, Chiesa musealizzata S. Maria dei Laici a Gubbio, Museo San Francesco a Montefalco, Auditorium San Domenico per Narnia Festival, Museo Risorgimentale Villa Mirra a Craviana MN, Ca' dei Carraresi a Treviso...
Tra i molti riferimenti bibliografici si citano i più importanti: Catalogo Arte Moderna “CAM” n° 49 e 50, Le scelte di Puntelli n°1 e L’Arte in Cucina 1a e 2a edizione, tutti sempre con editoriale e pubblicazione Giorgio Mondadori. Medorini espone in permanenza in importanti gallerie in Italia, in Cina e negli Stati Uniti.
Nasce a Roma nel dicembre del '78. E' uno scrittore-artista contemporaneo. All'attivo ha diverse mostre collettive e due personali, conseguendo un diploma artistico nella mostra internazionale di pittura e grafica nell'aprile 2009 presso Cascina Farsetti. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel Maggio 2019. L'opera ha l'intento di rappresentare la paura dell'essere umano, esercitata una forza repressiva socio-economica nel mondo, dove le discriminazioni e le minoranze sono vittime di un sistema che crea diseguaglianze.
Anna Paparella nasce a Bari nel '71. Lavora per una decina d'anni in ufficio, ma decide di liberarsi dalla scrivania e dedicarsi a svariate passioni, nelle quali i colori e i materiali ne costituissero i cardini.
Le tappe fondamentali della sua vita sono state tutte marcate dall'immancabile presenza dell'uncinetto, amore che coltiva da sempre. A partire dal 2012 si dedica incessantemente alla realizzazione di monili di artigianato artistico evolvendosi continuamente nel suo stile e nelle idee.
Nel 2016 ha brevettato, come modello d’utilità, alla Camera di Commercio di Bari il progetto "RrXx", che prevede la lavorazione all’uncinetto di lastre Raggi X, RMN e Tac.
Ho catturato le onde nella rete, nere come il petrolio versato dalle navi.
L'urlata richiesta di aiuto agita il mio animo.
Perdonaci, o mare nostrum che tanto ci hai donato e così tanto ti abbiamo bistrattato.
Cristina Longoni è un’artista nata a Roma dove attualmente vive e lavora.
Dipinge ad olio dall’età di 5 anni ed ha presentato negli anni le sue opere a Napoli, Alba e nella Capitale in mostre collettive e personali. Mossa dal suo naturale eclettismo ha sperimentato tutte le tecniche pittoriche, appassionandosi in modo particolare ai dipinti sui tessuti pregiati come il pizzo, la seta, il cachemire.
Coniuga la sua attività di artista con quella di psicologa e counselor ed esercita in entrambi i campi ispirandosi alla sua fede profonda nel valore della creatività quale veicolo di gioia, libertà esistenziale e amore per la vita. Critica dell’artista da inserire nei materiali di comunicazione (cartacei e online) della collettiva
E’ noto che la pittura in tutte le sue forme rappresenta senza alcun dubbio i valori espressivi intimi dell’artista nelle varie sfaccettature della propria esistenza, lo spogliarsi psicologicamente, della propria maschera esteriore, presentandosi agli altri con una propria collocazione espressiva ben precisa.
L’Artista Mallardi nella sua interpretazione interiore, rappresenta senza alcun dubbio la realtà contemporanea.
Forte e determinata, resiste a tutte le intemperie della vita, con la sua esuberanza, ella rappresenta cosa è la pittura oggi.
Le sue tele, piene di colori vivaci e potenti, ripercorrono la storia dell’informale, l’eterno dilemma della sua rappresentatività.
Cogliere nella sue pennellate vigorose il suo essere e ciò che trasmette alla nostra visione, è ben chiaro, l’eterna ed incontestabile visione dell’esistenza umana, la freschezza e la limpidezza dei rapporti con gli altri, i valori perduti ma sempre agognati, un senso della vita ormai quasi perduto.
Ella, rappresenta l’Artista del futuro con tutte le sfumature del nostro presente.
Antonio De Waure
Artista di origine bulgara, vive e lavora a Roma da 30 anni. Architetto di professione con ricerca artistica personale attraverso lo studio della Materia, usando e riciclando le materie prima di cantiere come gesso, intonaco, carta e materiali naturali passando attraverso ECO – Sostenibile e trasformandole in Opere d’Arte.
“ … Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, persino un processo può essere alterato da reazioni chimiche, da processi corrosivi e materie torturate. Persino la massa di un’opera può essere ghermita da un fuoco purificatore o salvata da sante abluzioni. Questo sacro rapporto con gli elementi è alla base dell’arte di Hristina Andreeva, performer di origini bulgare che immerge le sue membra nella materia viva per riportare alla luce diamanti grezzi che hanno la stessa forza ancestrale dei reperti archeologici …“ Micol Di Veroli
Mirko Rossi, nato a Magliano Sabina il 10/03/1986 da un artigiano e una casalinga, si avvicina all’arte in tarda età. Da sempre amante dello studio, dopo aver conseguito una laurea magistrale in economia e dopo aver lavorato per anni in Poste Italiane, si lancia definitivamente nel mondo dell’arte a causa di un infortunio grave a un ginocchio che lo terrà a casa per diversi mesi.
In quel periodo, inizia a studiare molto approfonditamente artisti come Pollock, De Kooning, Rothko, Basquiat e Haring, ma verrà completamente attratto dai principali esponenti dell’Informale, in particolare Burri e Dubuffet.
Da Burri in particolare ruberà l’amore per le materie diverse da quelle classiche degli altri pittori, soprattutto le plastiche.
Amante da sempre della filosofia, in particolare quella orientale e quella Zen, fonde le lezioni quotidiane della vita nella sua produzione con le tecniche imparate dal padre nei numerosi cantieri ai quali era costretto ad andare quando era ragazzino: da lui impara le principali tecniche di falegnameria, di muratura, ma soprattutto di pittura edile.
I suoi messaggi spaziano dalla ricerca interiore alla descrizione dei tempi d’oggi, con messaggi rivolti anche alla sostenibilità ambientale: tutti i materiali della serie Kintsugi sono infatti materiali di scarto come plastiche gettate dai cantieri, fondi di barattoli di vernice e tele rotte e gettate via. In questa serie infatti i messaggi che vuol lanciare sono molteplici e riguardano la rinascita delle cose rotte e buttate via, che acquistano nuova bellezza e che entrano nel ciclo (e riciclo) dell’esistenza umana.
Paolo Braccini, in arte “Brac”, è un artista italiano nato a Roma dove vive e realizza le sue opere. Inizia sin da piccolo, impara a creare immagini, a costruirle e dipingerle cimentandosi in prove artistiche lontane dal mondo fanciullesco. Risalgono all’età di nove anni i primi studi ad olio sulle nature morte e le copie dei grandi autori con attenzione all’impianto realistico. Con l’esperienza scolastica di visite in musei incontra i grandi “Maestri”, in particolare Caravaggio, dove prende coscienza della sua passione e inclinazione artistica. Inizia così, un cammino di formazione, sperimentazione e di ricerca estetica contemporanea, partendo dallo studio stilistico antico, ponendo l’immagine dell’uomo come figura e l’introspezione dell’anima contemplativa come protagonista.
L’artista ideatore del bozzetto e realizzatore dello stesso sarà Riccardo Pasquini (Civitavecchia 11 giugno 1975). Si diploma all’Istituto d’Arte di Civitavecchia e poi all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Dopo anni di formazione ed esperienze artistiche si trasferisce in Spagna dove vive per dieci anni, esponendo nella “British International Fine Art” di Marbella e ne “la galeria” di Malaga. Sempre in Spagna gestisce un centro artistico in Castellar de la frontera a Cadiz, dove espone e crea una grande produzione artistica.
Attratto nuovamente dalle sue radici nel 2014 ritorna in Italia, dove apre uno showroom e laboratorio attivo a Civitavecchia e poi un centro artistico a Tolfa con il nome “Arenanera”. Partecipa nel frattempo a diverse iniziative artistiche come “99 art”, “Kulturisten” (2017 Oslo, Norvegia), “Arte is food” (2017, Istituto italo/norvegese), “Biennale di Roma” sale del Bramante Roma (2018), “Liberamente 5” (Giugno 2018), “Area Contesa Arte”, "Simposio d'arte(" Gennaio 2019,Milano art gallery Milano, "Carnevale Arte Venezia" speciale Dario Fo, febbraio 2019 Scuola Grande San Teodoro Venezia, "La materia ci imprigiona la materia ci libera" Aprile 2019 Macro Asilo museo d'arte contemporanea romano, Roma”, Mondi sovrapposti" Agosto 2019 castello di Santa Severa Roma, “Onda-the Wave” per il Centro studi italo norvegese a 2019), “Meet art Guido Reni” (Roma novembre/gennaio 2020), Meet art- Altaroma(Roma 23/26 gennaio 2020), presentazione 3D magazine the Church Palace hotel (Roma gennaio 2020).
Da ormai cinque stagioni si occupa anche delle installazioni e decorazioni di “Tolfarte”, festival Internazionale dell’arte di strada e dell’artigianato artistico. Dai suoi studi classici deriva la produzione più figurativa che va dai ritratti al trompel’oeil. Da venti anni nelle sue tele inserisce sabbie e terre, elementi naturali provenienti da diverse parti del mondo: dal nero dei vulcani islandesi al rosso del deserto del Sahara al bianco delle spiagge della Jamaica. Quadri in cui la stessa materia contrasta con composizioni quasi sempre geometriche su base acrilica. Oggi la sua tecnica fonde scultura e pittura, spaziando tra realismo ed astrattismo che esprime con vari materiali. Da due anni ha intensificato la sua sperimentazione usando le zanzariere come materiale di scultura e supporto, dipingendovi sopra e creando figure e volti che si animano tridimensionalmente. Usa anche reti metalliche e materiali di riciclo per le sue opere.
Conclude gli studi artistici presso l’ACCADEMIA delle BELLE ARTI di Lecce. Al suo attivo numerose esposizioni nazionali ed internazionali. Completano, il suo percorso artistico, opere pubbliche di street art. Vincitrice di diversi concorsi d'arte. Vive a Roma.
Nasce a Cerveteri, città etrusca, nel febbraio del 1963.
A 16 anni inizia a scolpire il legno, autodidatta per necessità ma anche per scelta.
La prima personale è a Roma nel 1989, seguono altre mostre in vari posti, dalla macelleria di Dario Cecchini nel Chianti, all’Auditorium di Renzo Piano a Roma.
Qualche premio, qualche opera pubblica, qualcuno che ha scritto di lui.
A 47 anni smette di scolpire, ha una famiglia da costruire, scarsa fiducia nell’arte, ma soprattutto un rapido mutare delle cose, tante cose.
A 53 anni riprende a scolpire, dopo aver riempito sei anni con pensieri, design, gioielli, e con l’attività di redattore su una rivista di settore.
Le nuove forme ripartono con nuove possibilità.
Barbara Lunetti nasce a Narni nel 1989. Fin da bambina si appassiona all’arte e inizia a studiare il disegno come autodidatta. Dopo aver frequentato per due anni la Facoltà di Scienze storico-artistiche presso La Sapienza, nel 2010 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma di via Ripetta, indirizzo Pittura. A Roma approfondisce la ricerca sulla pittura rinascimentale, in particolare si dedica alla tecnica tradizionale della pittura ad olio distribuita sulla tela tramite strati di velature. Nel 2012-13 collabora come scenografa al progetto di interazione tra danza, musica e pittura “Sign of Sound”, di Fabiana Yvonne Lugli Martinez, che gode del patrocinio dell’Istituto di cultura italiana a New York. Nel mese di Ottobre 2013 consegue il Diploma di primo livello in Pittura col massimo dei voti e partecipa al progetto di mobilità Erasmus, frequentato la Facoltà di Belle Arti di Salamanca e approfondendo lo studio delle tecniche incisorie. Durante il periodo di permanenza in Spagna ebbe modo di riflettere molto su se stessa intraprendendo un percorso di autoanalisi che si rispecchia in maniera molto evidente nella sua ricerca artistica. Infatti, tornata a Roma per terminare gli studi, si dedica alla realizzazione di opere che vedono come protagonista la tematica del Doppio, o meglio della “doppiezza”, analizzata in maniera autobiografica. La motivazione che l’ha spinta ad affrontare tale tematica, al di là dell’inevitabile fascino che provoca in ogni uomo, è il possedere una sorella gemella, quindi una sorta di alter ego vivente; tramite la pittura, infatti, ha modo di unificare quel doppio che da sempre si trova davanti e realizzare quindi una “sintesi” tra due personalità. Tramite l’arte racconta la sua storia e lo fa sempre guardando ai Grandi del passato, sia per quanto riguarda la tecnica, sia da un punto di vista stilistico, ad esempio le grandi dimensioni dei suoi ritratti nascono dallo studio del titanismo michelangiolesco.
Nato a Coira (Svizzera) 1970.
Vive e lavora a Pietragalla (Italia)
ISTRUZIONE: Ha frequentato la scuola Giuseppe Antonello Leone del Graffito Polistrato di Montemurro. I suoi maestri furono: Feice Lovisco, Gerardo Cosenza, Giorgio Mattioli, Omar Natalino Giacummo.
SOGGETTI: paessaggi mediterranei, terrestri, materiali e informali, gestuali nella neo-veduta astratta espressiva. Figurativo astratto nelle opere grafiche.
TECHNICHE: albume di uovo misto a terre policrome e pigmenti minerali su tela (tecnica di Leonardo Da Vinci). La grafica funziona con inchiostro, nero o colorato su carta. Murales e Street Art. Sculture e installazioni realizzate in legno e mateirale multiuso. Graffiti polistrato di Montemurro.
CRITICHE: Cardone, Chiassai, Corda, Ertico, Falzone, Fiore, Folcarelli, Nicosia, Strozzieri.
PUBBLICAZIONI: Corriere della sera 2011, Arte Mondadori 2009, CATS (ex Bolaffi) No. 52/2016, Scirocco: Telemaco edizioni 2015
Il Rapidismo: Esponente nativo della nova corrente pittorica e filosofica, collabora al disciplinare ed alla nascita del “Manifesto Artistico”.
Di certo la passione e la dedizione per la lavorazione della scarpa della mia Famiglia mi ha sempre affascinato e sin da bambino vengo rapito da tutto il processo di creazione della calzatura, dal disegno al prodotto finito, ma la mia indole libera e poco incline agli schemi mi impone un viaggio diverso, fuori dell’azienda di famiglia e, dopo la specializzazione come modellista e stilista all’Ars Sutoria di Milano, decido di intraprendere la libera professione e spaziare nel design a tutto tondo.
Ogni esperienza, ogni incontro, ogni scelta sono stati tappe di un viaggio interiore e professionale, una evoluzione costante del mio essere.
Non rinnego nessuna delle esperienze fatte, ho conosciuto l’estro di Armani e l’organizzazione di brand internazionali come Hugo Boss e Tommy Hilfiger per i quali ho curato lo stile e la prototipazione di alcune collezioni maschili per molto tempo, ho accarezzato il lusso di Stefano Ricci e ho disegnato per le più importanti aziende calzaturiere bambino, ma ogni volta mi sono sentito “stretto” e avevo bisogno di riprendere il viaggio.
Oggi mi sono rimesso in cammino, armato delle mie esperienze e del mio essere poliedrico. Ho fondato uno studio di design con collaboratori ad alto potenziale che mi supportano e sopportano in tutti i miei progetti.
Oltre alle collaborazioni importanti con marchi della moda ho anche iniziato l’internazionalizzazione dei miei brand, iSHU, Bemax e Carta Vetrata, anch’essi frutto di percorsi diversi ma simili, distanti, ma paralleli.
Ho spiegato le vele per navigare guidato dalla matura comsapevolezza che i bivii sono tanti, che gli incidenti possono essere all’ordine del giorno e che forse rialzandosi si deve guardare avanti a testa alta e ricominciare il viaggio.
E come diceva Proust “ll vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.”
Si può riassumere così ciò che faccio ogni giorno: disegnare e progettare oggetti che provino a far diventare i sogni una realtà, che ispirino le persone, che le rendano appagate attraverso un processo mentale e sensoriale, un misto di “follia” e consuetudine.
Praticamente è stato per caso. Ho perso il mio lavoro di rappresentante e ho deciso di cambiare vita creandone uno che non riguardasse quel campo. Con le mani credo di averci sempre saputo fare, come con la musica, suonando vari strumenti da autodidatta
Poi ho avuto l'idea di creare oggetti di design partendo dalle lampade
Utilizzando materiali particolari in stile industriale o fatte con oggetti vintage, ridando vita ad oggetti ormai in disuso o di tantissimo tempo fa come ferri da stiro antichi, attrezzi da lavoro come trapani, pialle da falegname, macchine fotografiche, chitarre, macchine da cucire, imbuti e tanto altro
Ora è un anno e mezzo che vivo di questo e cerco di evolvere sperimentando sempre cose nuove come complementi di arredo tipo librerie, scaffalature, mensole, banconi, tavoli ecc
Quello che preferisco sono gli oggetti vintage. Perdermi tra gli antiquari o mercatini dell'usato per trovare piccoli gioielli abbandonati e ormai considerati inutili.
Le lampade in stile industriale le realizzo con i tubi che vengono usati per gli impianti idraulici o comunque con elementi da costruzione edile e simili
Altre con parti meccaniche di automobili e moto - Parti di motore o carrozzeria
LIBERTA': MANCANZA DI IMPEDIMENTI Città nevralgica: elementi di architettura astratta si intersecano a corpi umani, connubio caotico, metamorfosi da città a natura. Le frecce diventano i tetti dei palazzi proiettati al futuro, all'infinito senza inizio. Le linee indicano le strade che, frammentate, creano quartieri, piazze. La veduta del paesaggio è bivalente, cioè sia frontale che aerea. La città cosmopolita è infuocata in quanto frenetica, in fibrillante movimento, brulicante di fermenti attivi con il conseguente distacco della parte più sensibile.......LA NATURA. Il gabbiano fugge verso universi più puri, incontaminati, dove lo attendono foreste, alberi, prati, colline, ruscelli, farfalle...ed è lì che si dirige. Vola verso il sole, sua fedele guida, dove le linee dei palazzi diventano zig¬zaganti, si trasformano in erba, prateria, aria pura.................lo attende la sua ……………………………LIBERTA'!!!!!!!!!!!!!!
Comprendere le nostre origini e quelle dei territori in cui viviamo ci permette di aprire gli occhi a ciò che apparteniamo. La vista diventa essenza dove c'è la conoscenza.
(Deli Avena)
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